A soli 4 minuti d’auto da Tenuta NaRì è possibile raggiungere una delle mete turistiche più importanti apprezzate a Cava de’ Tirreni: l’Abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni. Uno scrigno prezioso che consente di scoprire la meravigliosa Cattedrale, la Cappella dei SS. Padri Cavensi, la Grotta di Sant’Alferio, le Antiche Cappelle con altari del XI secolo, il Chiostro romanico, l’Antica e Nuova Sala Capitolare, la Cappella di San Germano, le Catacombe, il Cimitero Longobardo e il Museo.
L’Abbazia Benedettina sorge a circa tre chilometri dal centro abitato di Cava de’ Tirreni. Fondata da un nobile Longobardo, S. Alferio Pappacarbone nel 1011, ha ospitato Papi, vescovi, principi e signori feudali che hanno favorito lo sviluppo della congregazione Cavense. Per gli amanti delle escursioni, partendo dall’Abbazia il percorso nel parco regionale dei Monti Lattari è segnalato da 34 sentieri, tra i quali il più spettacolare il Sentiero degli Dei.
L’Abbazia oggi conserva numerosi tesori d’arte e di cultura. I Padri Benedettini che la abitano da circa mille anni, continuano la loro opera spirituale e culturale attraverso la preghiera e le numerose attività in cui sono impegnati. Molti degli elementi all’interno della Cattedrale sono del secolo scorso, ma non mancano preziosi elementi del passato.
Il chiostro, piccolo e raccolto, è un luogo meraviglioso dove il silenzio è rotto solo dallo scorrere dell’acqua della piccola fontana con vasca longobarda di marmo greco, posta al centro. Lateralmente le scale conducono alla clausura, l’accesso è naturalmente interdetto, ma basta la visione della scalinata ad evocare suggestioni di pace, di raccoglimento, preghiera. Il Capitolo (del XIII secolo) è, invece, la sala di riunione dei monaci e il centro della vita monastica. Tutt’intorno stalli lignei intarsiati risalenti al 1540 e, alle pareti, splendidi affreschi seicenteschi con la rappresentazione dei fondatori degli ordini religiosi che hanno seguito la regola benedettina. Il pavimento, in piastrelle maiolicate del 1700, proviene dal monastero di S. Andrea delle Dame in Napoli.
Il complesso monumentale ospita anche una biblioteca ricchissima di volumi, frutto del lavoro dei monaci e di tante donazioni ricevute dall’Alto Medioevo fino alle soglie del XX secolo.